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Non si può morire così...
Stefano Frapporti era un muratore di 48 anni. Il 21 luglio 2009 andava in giro in bicicletta quando è stato fermato da due carabinieri in borghese per un'infrazione stradale. Portato in carcere perché sospettato di spaccio non uscirà mai vivo dalla cella.

Questo blog nasce dalla volontà della famiglia di ottenere chiarezza su quel che è successo a Stefano e per chiedere che venga fatta giustizia.



ASSEMBLEA PUBBLICA TUTTI I MARTEDI' DALLE 20.00 ALLA SEDE DELL'ASSOCIAZIONE "STEFANO FRAPPORTI" IN VIA CAMPAGNOLE 22.

venerdì 23 ottobre 2009

«Io non scordo Stefano»

«Io non scordo Stefano». Con questa frase impressa su una serie di striscioni che nel tardo pomeriggio di ieri sono sfilati per le vie del centro, i familiari, gli amici e i sostenitori di Stefano Frapporti hanno voluto ricordare quanto è accaduto tre mesi fa. Il gruppo che si è ritrovato in piazza Loreto era composto da una settantina di persone, di tutte le età. Una voce al microfono ha raccontato del giorno in cui, a poche ore dal suo arresto il muratore di Isera si è tolto la vita in carcere. Ancora una volta i manifestanti hanno messo in luce, anche attraverso i volantini distribuiti ai passanti, i tanti dubbi che nutrono su quanto è successo. Ancora una volta chiedono «perché?». Camminando sotto la pioggia si sono fermati in largo Posta, all'incrocio di corso Rosmini e poi giù, quasi fino al palazzo di Giustizia, facendo spazientire anche qualche automobilista costretto a fermarsi. A chiudere il corteo il solito striscione:«Perché non accada mai più».

L'Adige, 22 ottobre 2009

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