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Non si può morire così...
Stefano Frapporti era un muratore di 48 anni. Il 21 luglio 2009 andava in giro in bicicletta quando è stato fermato da due carabinieri in borghese per un'infrazione stradale. Portato in carcere perché sospettato di spaccio non uscirà mai vivo dalla cella.

Questo blog nasce dalla volontà della famiglia di ottenere chiarezza su quel che è successo a Stefano e per chiedere che venga fatta giustizia.



ASSEMBLEA PUBBLICA TUTTI I MARTEDI' DALLE 20.00 ALLA SEDE DELL'ASSOCIAZIONE "STEFANO FRAPPORTI" IN VIA CAMPAGNOLE 22.

sabato 14 agosto 2010

Presidio del 21 agosto 2010 ore 18.00

*Di carcere si muore*

*Solidarietà con i detenuti*

*Ricordando Stefano Frapporti*



Di carcere si muore.

Quando non fisicamente, si muore affettivamente, psicologicamente,
moralmente.

Le varie lettere che riceviamo dal carcere di Rovereto descrivono una
situazione invivibile e degradante. Parliamo in particolare della sezione
femminile.

Questa è la realtà quotidiana: ore d’aria in meno rispetto a quelle
previste, celle chiuse tutto il giorno, mancanza di personale medico,
sovraffollamento, cibo immangiabile, disposizioni arbitrarie che riducono al
minimo il vestiario consentito, prodotti necessari – ad esempio per l’igiene
intima – dai costi altissimi (per la gioia delle ditte che li forniscono). A
questo quadro si aggiungono i sempre più frequenti rifiuti da parte del
magistrato di sorveglianza di concedere liberazioni anticipate e misure
alternative a chi ne avrebbe diritto.

Allargando lo sguardo oltre le condizioni carcerarie stesse, è evidente che
il carcere assomiglia sempre più al “nuovo” programma sociale previsto per i
poveri. Il 27% dei detenuti è composto da tossicodipendenti. Il 38% da
immigrati senza documenti. Facciamo un esempio: abolendo la legge
Fini-Giovanardi sulle droghe e la Bossi-Fini sull’immigrazione uscirebbero
subito 2/3 dei prigionieri! Altro che grandi criminali da cui difendere la
società!

Il problema non si risolve certo costruendo nuove carceri. Per invertire
questa tendenza ad una società sempre più carceraria è necessario lottare
tutti. Dentro come fuori.

Sarà anche questo il nostro modo per ricordare Stefano Frapporti e l’arresto
che lo ha ucciso.



*SABATO 21 AGOSTO, DALLE ORE 18,00*

*PRESIDIO SOTTO IL CARCERE DI ROVERETO*

*Musica, interventi, microfono aperto*




*assemblea dei familiari, amici e solidali di Stefano Frapporti*


nonsipuomorirecosi@gmail.com

frapportistefano.blogspot.com

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