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Non si può morire così...
Stefano Frapporti era un muratore di 48 anni. Il 21 luglio 2009 andava in giro in bicicletta quando è stato fermato da due carabinieri in borghese per un'infrazione stradale. Portato in carcere perché sospettato di spaccio non uscirà mai vivo dalla cella.

Questo blog nasce dalla volontà della famiglia di ottenere chiarezza su quel che è successo a Stefano e per chiedere che venga fatta giustizia.



ASSEMBLEA PUBBLICA TUTTI I MARTEDI' DALLE 20.00 ALLA SEDE DELL'ASSOCIAZIONE "STEFANO FRAPPORTI" IN VIA CAMPAGNOLE 22.

domenica 17 aprile 2011

Livorno: la madre di Marcello Lonzi; questo il mio ultimo presidio, sono delusa dalle istituzioni

Ansa, 17 aprile 2011

“Questa è l’ultima volta che vengo davanti al carcere di Livorno. Non ce l’ho con i livornesi, ma con le istituzioni livornesi ho chiuso, non ci voglio più avere a che fare”. Durante un presidio organizzato davanti al penitenziario della città toscana lo ha detto oggi Maria Ciuffi, la madre di Marcello Lonzi, il detenuto livornese morto nel carcere delle Sughere l’11 luglio 2003.
“Sono sempre stata lasciata sola dalle istituzioni livornesi - ha dichiarato la Ciuffi - Vedo che negli altri casi le mamme hanno avuto al loro fianco i sindaci: a Viareggio, a Roma, a Ferrara nel caso Aldrovandi. Io invece ho chiesto più volte un incontro al sindaco Cosimi e non mi ha mai ricevuto”.
La manifestazione di oggi è stata organizzata dopo che anche la Cassazione alcuni giorni fa ha respinto il ricorso dei legali della Ciuffi contro l’archiviazione del caso della morte del figlio da parte del tribunale di Livorno. Insieme a Maria Ciuffi una cinquantina di persone e tra queste il consigliere comunale dell’Italia dei Valori Lorenzo Del Lucchese e soprattutto Cira Antignano, madre di Daniele Franceschi, il giovane viareggino morto in un carcere francese la scorsa estate: “Sono qui perché il dolore che prova lei è lo stesso che provo io”.
Maria Ciuffi ha ribadito la sua volontà di rivolgersi alla Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo. L’avvocato Matteo Dinelli sta già preparando il ricorso per presentarlo entro il tempo limite di 6 mesi. Durante il presidio è stato affisso uno striscione con scritto “Verità e giustizia per Marcello Lonzi” e sono stati deposti all’ingresso del carcere tre mazzi di fiori, uno dei quali spedito da “Gli amici di Rovereto”, cioè parenti e conoscenti di Stefano Frapporti, morto nel carcere trentino nel 2009.

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